L’ORO DI MIO NONNO
Paesaggio surreale e
grida di lamenti
della mia terra.
Tronchi mozzi e
fusti irrisi
in forme abiette alla natura.
Tra abbozzi e
fronde strapuntate
s’erge livida in lontananza
una fabbrica di cemento
come mai
l’avevo vista prima
da questa prospettiva.
Vengono in mente ecco
le parole di mio nonno
a designarmi erede
della campagna e degli ulivi
dalle sue mani inseminati e
irrigati dal sudore.
Alla vista poi
d’un nido al sole
arso e ripudiato
realizzo che son desto e
mi commuovo.