Prefazione di “IO… TRA CIELO E MARE”

Marino Congedo, autore di Io… tra cielo e mare, sognatore con i piedi ben legati a terra, compone e alterna giochi fonici con parole rimate, che riuniscono in sé ritmo, significato, immagini, suoni e suggestioni nei suoi lettori. Il tutto in un piccolo capolavoro sinestetico, artistico e comunicativo.
Per Marino lo scrivere è un’arte, deve trasmettere emozioni, o comunque qualcosa che faccia vibrare i sensi e
fornisca un altro punto di vista per vedere le cose.
-Il poeta è spugna e seppia: sputa inchiostro dopo essersi impregnato dell’universo circostante.
Il suo estro e stile poetico trae impulso, appunto, dalla quotidianità, vissuta come dono a cui si rivolge con occhio e atteggiamento grato.
L’autore, così, travalica significati e parvenze di un universo deliberatamente venduto all’ipocrisia della modernità.
Attraverso un viaggio fantastico trascende gli immensi silenzi del cosmo e della natura per avvicinarsi alla divina luce del tutto, di cui Marino, ha saputo cogliere il senso dell’Eterno, della Fratellanza, della Pace, dell’Amore.
Reale ed ideale si fondono, così, nella sua poesia acronica, ascrivibile ad ogni età, coglibile da chi non ha
dimenticato la lacrima o il sorriso.
In questa stupenda raccolta, Marino recupera un passato denso di emozioni, ricco di palpiti, pregno di sensazioni, percorso sovente da brividi oscuri; non è poesia di memoria né tantomeno decadente crepuscolarismo.
Si tratta, invece, di uno scandaglio interiore fatto di “fulminazioni” creative, che arrivano da un universo parallelo, quello della notte, in cui si imbatte e coglie ispirazione.
Rifacendosi alla magia di essa, crea immagini vive per comporre rime “assonanti”.
Il libro si apre con le poesie che danno l’indirizzo alla sua silloge e, già nei primi versi, si ha l’opportunità di cogliere il peso delicato e lo spessore degli ardori e delle passioni che muovono la penna dello scrittore.
L’idillio emozionale crea pura gratificazione che trapela e vibra dai versi dell’autore.
Immagini di volo, nuvole e mare offrono un senso di leggerezza e libertà, che al tempo stesso si rifanno a paure e angosce dell’umano vivere, tessute in continui contrasti.
Le figure di elementi della flora e della fauna, svelano la correlazione tra il cielo e la terra, tra il giorno e la notte.
Così pure, l’immagine delle nuvole, che Marino accosta all’essere intimo dell’uomo, a cui offre un’alternativa
redentrice.
La sua è una scrittura ricca di simbolismi, che invita il lettore ad una ricerca profonda, all’interno di metafore e
doppi sensi mai scontati.
Lo scrittore vive l’esperienza del buio della notte come momento trascendentale, in cui prende vita, con forme e profumi, il suo inconscio, con cui dibatte, dialoga e amoreggia.
Cercando di sintetizzare il concetto, è come se il lettore, sapientemente calato nella lettura, trovasse il perdono o la pace nella alcova con la propria anima.
L’ispirazione del poeta, dicevamo, nasce dall’osservazione di ciò che lo circonda e dall’analisi interiore dei propri sentimenti.
Gli stati d’animo vanno a distendersi, così, sui versi e, la poesia diventa quel mezzo necessario per poter sbirciare dentro e oltre le sfumature dell’esistenza.
Ad arricchire l’opera, è la presenza di alcuni disegni a matita che l’autore ispira ai propri versi.
La poesia di Marino Congedo è purezza che si fa passione senza tabù.
Il poeta si fida del valore e della musicalità delle parole, cercando di osservare il mondo e di trovare i segni e le verità di quanto la vita gli riserva.