LA NATURA DI MARIANNE

Dalle finestre semichiuse un fascio di sole montano e luminoso violava La quiete ritrovata.
La natura fuori, infatti, sapeva di tutto quel che avvenne quella notte.
I canti reversi di pennuti festanti e i rigogliosi alti larici sulle pendici, si apprestavano ai loro sguardi.
Mark si destò e, scivolando fuori dal letto, si diresse alla doccia gocciolante.
A quel ritmo e quell’ incedere rivolse ancora una volta il suo vigore.
Serrò meglio la manopola trattenendo e rivivendo in un respiro le emozioni tra le madide lenzuola.
Si guardò allo specchio bagnandosi il volto con l’acqua fredda e sorgiva della mattina.
Il petto si gonfiò di ogni anelito.
Fu in quell’istante che le sue spalle percepirono la carezza di una morbida seta.
L’immagine riflessa si impreziosì del viso candido e languido di Marianne.
Lo guardava.
L’aria attorno si fece calda e i loro pensieri divennero gesti.
Le mani, aggraziate dalle sue lunghe dita affusolate, rigarono il petto tonico e rinvigorito di un uomo oramai sopraffatto dall’arte femminile.
Quello che poté sembrare un abbraccio era, in verità, la morsa salda e rapace di un’aquila alla preda…
A lei piaceva così.