THYMÁMAI (ricordo)
Pur sapendo di ferirmi
incrociai
gli occhi tuoi.
In quell’attimo fugace
fissai
il tuo sguardo in quello mio.
Ridevano.
Li scrutai allora e
mi persi
tra l’oro bianco delle sclere.
Sulla rima liscia della bocca
rifrangeva
come unguento raffinato
il tuo sorriso.
Divenni specchio
alla tua energica bellezza
avvolta nel profumo delicato
di vaniglia.
La tue movenze
come il gioco della fiamma sulla brace
attecchivano
il tuo fascino di donna
al mio cospetto.
Esordisti in un saluto.
La tua voce calda
accompagnò
i miei pensieri.
Nello scrivere di oggi
il sentir d’allora
allorché
l’emozione mi assalì e
mi pervase.