Descrizione
In “IO TRA CIELO E MARE”, il lettore incontra il vissuto del poeta e delle parole che da egli stesso prendono vita.
Poesia e poeta sono un tutt’uno, e, se a volte si separano, lo fanno solo per l’ebbrezza di RI-incontrarsi ancora un’altra volta; vivendo l’emozione dell’incontro ma soprattutto della separazione.
L’ io del poeta, infatti, è tra cielo e mare: è in un continuo movimento che dall’elemento liquido lo trasferisce nell’elemento aeriforme, per poi ancora una volta sballottarlo o adagiarlo (dipende dalle situazioni) fra queste due realtà che non hanno nulla di stabile o di circoscritto.
In fine, il collocarsi da parte del poeta “tra cielo e mare”, rappresenta simbolicamente il luogo dell’irripetibilità dell’urto; dove l’impatto estenuante con la terra rimane sospeso nella sua inesistenza e nella sua irripetibilità.
Dalle altezze di questa sospensione ontologica, si avverte il respiro ancestrale della vita, del battito cardiaco che pulsando genera anche sentimenti d’amore: è ritmo vibrante, dove si scorgono gli affetti dei propri figli, della donna amata, dei familiari e di chiunque ha una carezza d’affetto.
Questo ritmo ancestrale inscrive l’essere umano nel solco originario della sua venuta al mondo, che risuonando dalle profondità del mistero che siamo, respira ancora aneliti di vita.